giovedì 11 settembre 2008

MOBILITIAMOCI






Roma, 9 settembre - Il comitato direttivo nazionale della Cgil ha approvato all’unanimità il dispositivo che dà il via libera all’iniziativa di mobilitazione del 27 settembre per chiedere al governo un cambiamento di indirizzo della politica economica, sociale e fiscale. Di seguito il testo del documento conclusivo.

DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL DIRETTIVO CGIL 9 SETTEMBRE 2008
La CGIL nel mettere al centro la questione dell’occupazione, del sostegno e della crescita dei redditi netti da lavoro e da pensione e del lavoro sicuro e tutelato, difendendo il welfare, la scuola pubblica e il sapere come valore strategico per l’Italia, pone come priorità politica e sociale il lavoro, la sua sicurezza, la sua dignità, il suo valore, la sua tutela, puntando ad un cambiamento della politica economica e fiscale. Questo nel quadro di una battaglia culturale di libertà per la difesa dei valori fondanti della nostra Costituzione nata dalla lotta antifascista.
La manovra economico-finanziaria approvata lo scorso agosto si conferma sbagliata e inadeguata, in relazione al “forzato” iter parlamentare, nonché in rapporto ai nuovi dati sulla crescita e sull’inflazione emersi negli ultimi giorni.Riguardo al primo punto, il “ricorso alla fiducia” in sede di approvazione del D.L. 112 rappresenta l’elemento più evidente di limitazione del ruolo delle istituzioni e, in particolare, del Parlamento, in un quadro in cui anche la concertazione viene azzerata svuotandola di ogni sostanza. In questo quadro è singolare l’assenza di autonomia ed il consenso che Confindustria ha espresso su provvedimenti del Governo che hanno anche cambiato unilateralmente accordi sottoscritti tra le parti sociali.
Diventa per noi essenziale rendere netto e chiaro che la politica economica e sociale di questo Governo va nettamente cambiata perché fa male all’Italia, penalizza lavoratori e pensionati ed è incapace di rilanciare il Mezzogiorno e lo sviluppo del Paese.
Non dà nessuna risposta alla grave e pesante “emergenza salariale” che riguarda il lavoro dipendente e i pensionati, ai quali non solo non viene restituito il fiscal drag, che nel solo 2008 è pari a 362 euro per lavoratore, aumentando così le tasse sulle buste paga tra lo 0,2 e lo 0,5 per cento.
Per questo confermiamo le richieste avanzate con la piattaforma unitaria di novembre sul fisco (su cui unitariamente avevamo deciso lo sciopero nei confronti del governo precedente) con l’aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro e da pensione, che abbiamo quantificato e confermiamo come obiettivo concreto in un punto di Pil, (circa 14 miliardi) pari a 1.000 euro di aumento nei prossimi tre anni, di cui 500 già entro dicembre prossimo.
La risposta del Governo all’emergenza salariale attraverso il decreto che detassa lo straordinario è sbagliata e si rivolge ad una platea molto limitata di lavoratori. Inoltre, alla totalità dei pensionati non viene fornita alcuna risposta.
L’intera manovra, non sostenendo i redditi non sostiene i consumi, a differenza delle misure previste dagli altri principali paesi europei per affrontare la congiuntura economica negativa, quindi, assume carattere depressivo, senza affrontare la crisi già oggi presente e che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi come dimostrano i dati relativi alla cassa integrazione e alle conseguenze sull’occupazione che aggravano ulteriormente la condizione già difficile, dei redditi da lavoro. Inoltre, al di là degli slogan, la manovra è incapace di un’azione vera ed efficace nei confronti “dell’economia degli sprechi”.
Per tutto questo sulla base delle decisioni già assunte dal Direttivo precedente, la manovra risulta sbagliata e inaccettabile ed è necessario mobilitarsi per un cambiamento radicale della stessa in quanto:
- Non sostiene la crescita e riduce il potere d’acquisto di salari e pensioni netti, riducendo così la domanda interna e la crescita del PIL ben al di sotto dei principali paesi europei.
- Taglia nel Pubblico Impiego le retribuzioni, l’occupazione e licenzia i precari con ricadute negative sullo stato sociale e inoltre ha lanciato una campagna che offende la dignità del lavoro pubblico. Invece di investire nuove risorse nella conoscenza e nella ricerca, strategiche per il rilancio del Paese, si tagliano 150.000 posti nella scuola ritornando a inaccettabili forme di autoritarismo; si reintroduce il Maestro Unico, attaccando il diritto dei bambini ad avere una formazione più ricca di opportunità; si prevedono licenziamenti per i precari; si riducono risorse per i servizi pubblici e Università.
- Allenta la lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva, riducendo le risorse e le prestazioni per sanità e sociale, compreso le risorse per la casa e per gli affitti, facendo crescere il disagio e l’emarginazione. Inoltre, i recenti provvedimenti e tagli sulla sicurezza, oltreché essere inefficaci, colpiscono in realtà, prevalentemente, i cittadini immigrati.- Taglia diritti su mercato del lavoro, orario e contrattazione, a partire da quelli previsti nel Protocollo Welfare del 23 luglio 2007. Svuota le norme su salute e sicurezza. Allenta la lotta al lavoro nero e sommerso, deregolando al ruolo del contratto nazionale, a partire dagli orari, e provocando un forte aumento del lavoro precario. Contribuisce ad aggravare la già pesante divaricazione tra Mezzogiorno e il resto del Paese, penalizzandolo con tagli a infrastrutture e investimenti.
A questo insieme di provvedimenti deve essere aggiunto e collegato, come parte di un unico progetto, i collegati della Legge Finanziaria in cui sono già previste le nuove norme sui lavori usuranti e sul processo del lavoro e i provvedimenti previsti nel “Libro Verde” la cui fase di consultazione si conclude entro ottobre.
Un documento che partendo dalle difficoltà del bilancio pubblico prospetta un ritrarsi dalla tutela pubblica universale, a vantaggio di soluzioni diversificate nel territorio gestite attraverso la bilateralità e prosegue nell’opera di de regolazione delle regole del lavoro.
Le misure previste devono essere modificate con la prossima Legge Finanziaria.
Per questo bisogna costruire una mobilitazione capace di realizzare un movimento forte e unitario, il più vasto e largo possibile, anche rilanciando una battaglia per l’unità del sindacato confederale con al centro la tutela dei salari e delle pensioni, oltreché in difesa dei risultati raggiunti con il Protocollo sul welfare siglato con il precedente governo e a sostegno delle proposte che, partendo dalla piattaforma sul fisco e dalla piattaforma unitaria sulle pensioni, obblighino il Governo ad un cambiamento vero.In quest’ottica siamo altresì impegnati a rivendicare una legge su un federalismo fiscale equo e solidale, rispettosa del dettato costituzionale, che migliori l’efficienza della spesa pubblica senza ridurre la qualità delle prestazioni e non aumenti il carico fiscale sui cittadini.

Con questi obiettivi la Cgil promuove una prima giornata di mobilitazione per sabato 27 settembre 2008, con iniziative di massa da realizzare nelle piazze di tutte le città e i territori capaci di parlare al mondo del lavoro e dei pensionati, ma anche all’intero Paese.
Roma, 9 settembre 2008
APPROVATO ALL’UNANIMITA’

domenica 8 giugno 2008


L'assemblea dei lavoratori della Oréal Saipo Industriale recepisce l'informazione sulla piattaforma del nuovo modello contrattuale varata da CGIL, CISL e UIL e, al rafforzamento della stessa, chiede che nella trattativa che seguirà per arrivare ad un accordo si tenga conto dei seguenti punti :



  1. Il contratto nazionale, deve mantenere il suo carattere solidale e di garanzia per tutti i lavoratori, per tanto non va’ depotenziato e non può limitarsi al solo recupero dell’inflazione ma deve porsi l'obiettivo di un reale incremento del salario, anche attraverso la redistribuzione della produttività di settore, e dei diritti. Riteniamo, inoltre, che proprio per non prevedere uno svuotamento del contratto nazionale, a fronte di misure di detassazione sugli incrementi derivanti dalla contrattazione di II° livello, si dovrebbe prevedere uno sgravio sugli aumenti salariali previsti dal contratto nazionale.

  2. L'allungamento del contratto dal biennio al triennio è ammissibile solo se parallelamente si prevedano misure certe di recupero anno su anno sull'inflazione reale, modificando il paniere di calcolo dell'inflazione e tenendo conto anche di altri indicatori (mutui,petrolio ecc..)

  3. La contrattazione di II° livello va estesa e resa esigibile a tutte le imprese(grandi, medie e piccole) attraverso la contrattazione territoriale e di sito. La contrattazione integrativa, oltre ad essere accrescitiva sul salario, non deve poter concedere deroghe in pejus sulla parte normativa e dei diritti.

  4. Chiediamo che, tra la presentazione della piattaforma e il dispositivo finale, si predispongano con i lavoratori ulteriori momenti di confronto ed informazione sullo stato dell'arte della trattativa.

Riteniamo, inoltre, che il provvedimento recentemente emanato dal governo che prevede la detassazione degli straordinari e degli aumenti individuali, sia negativo su parecchi aspetti; peggiora le condizioni dei lavoratori sempre più legati alle volontà dei datori di lavoro attraverso il principio " se vuoi più soldi lavora più ore e renditi disponibile", dal punto di vista della sicurezza perché è noto che con il passare delle ore in fabbrica aumenta il rischio di infortuni, e per la rappresentanza sindacale che non riuscirebbe più ad avere un controllo sugli orari, sull’organizzazione del lavoro e sull’occupazione. Si incentiva inoltre la contrattazione individuale, condizione per destrutturare ogni contrattazione ed il ruolo del sindacato.



06 Giugno 2008 I lavoratori dell’Oréal Saipo Ind.

venerdì 30 maggio 2008

NUOVI ASSETTI CONTRATTUALI

In queste settimane, per la verità un po’ in sordina, si sta’ preparando una riforma degli assetti contrattuali. Le tre segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL, hanno preparato una piattaforma unitaria, che non è stata discussa con i lavoratori, che propone una modifica della struttura contrattuale per i prossimi anni così come richiesto dal governo, ma non solo, e dalla CONFINDUSTRIA.
La piattaforma tra le altre cose prevede che la durata dei contratti nazionali sia triennale (attualmente è quadriennale con scadenze intermedie biennali) e che, per la parte salariale, recuperi l’INFLAZIONE REALISTICAMENTE PREVEDIBILE e preveda una valorizzazione del potere di acquisto dei salari; si dice che bisogna rivedere gli attuali indicatori di inflazione adeguandoli al contesto attuale, e vanno definiti meccanismi di recupero per eventuali differenziali inflazionistici.
Per la contrattazione di secondo livello la piattaforma prevede innanzitutto che sia complementare al contratto nazionale, e che dovrà prevedere, per avere piena agibilità ed effettività, modalità aziendale o territoriale (regionale, provinciale, settoriale, di filiera ecc..).
La contrattazione salariale di secondo livello dovrà incentrarsi sul raggiungimento di obiettivi con parametri di produttività, qualità, redditività, efficienza ed efficacia.
Si ribadisce poi che tali incrementi salariali continuino ad essere decontribuiti e si aggiunge la richiesta di misure di detassazione degli stessi.

Queste sono alcune delle novità che prevede la piattaforma che ora andrà discussa con le controparti ed il governo, e che i lavoratori saranno chiamati in seguito a valutare.
Ma per poter meglio valutare i cambiamenti e forse il caso di alcune precisazioni e chiarimenti:

- Ciò che è previsto per il contratto nazionale è quanto meno poco chiaro, cosa si deve intendere per INFLAZIONE REALISTICAMENTE PREVEDIBILE, chi può veramente pensare di poter prevedere l’andamento dell’inflazione nel corso di 3 anni.

- Senza poter mettere in campo degli automatismi certi, che ti permettano annualmente un recupero dell’eventuale differenza reale sulla variazione dell’inflazione, si rischia di vedere eroso il potere di acquisto dei salari in maniera maggiore di quanto non sia avvenuto in questi anni.

- La complementarità dei due livelli contrattuali fa’ venire meno il concetto di gerarchia contrattuale (prima il ccnl non poteva essere derogato dal II° livello di contrattazione, ora mettendoli sullo stesso piano non è più così). Quando si afferma che il salario erogato a livello territoriale ed aziendale va detassato si evidenzia già quale sarà la contrattazione che maggiormente si vuole incentivare e cioè quella aziendale, perché è evidente che le aziende se devono erogare danaro decideranno di erogarlo dove gli conviene di più e dove hanno maggiori sgravi. In questo modo si rischia di svuotare il CCNL perdendo la concezione solidaristica della contrattazione, e affermando di fatto che dove si ha la forza e la legittimità per poter fare una contrattazione di 2° livello forse si riuscirà ad ottenere dei miglioramenti economici, dove invece non si ha rappresentanza sarà tutto più difficile.

- La detassazione degli straordinari e degli aumenti ad - personam, come proposto dal nuovo governo, infine, rendono il quadro ancora più fosco. Sia gli straordinari che gli aumenti personalizzati sono gestiti unilateralmente dai datori di lavoro; loro decidono chi e quando potrà fare straordinario e loro decidono quando premiarti con l’aumento. Sono quindi mezzi ulteriore per richiedere sempre più fedeltà all’azienda con la carota di un maggior guadagno; il meccanismo è semplice se vuoi guadagnare di più devi lavorare di più.

- Il ruolo delle rappresentanze sindacali viene messo in discussione da norme che spostano sempre più verso una contrattazione individuale, di fronte alle quali sarà sempre più difficile poter contrattare condizioni migliori e generalizzate per tutti i lavoratori.

Queste considerazioni credo possano servire per poter riflettere su un tema che è importantissimo, la nuova struttura della contrattazione sarà, come lo fu l’accordo del 23 luglio del 1993, decisiva per i prossimi anni ed è necessario non farsi cogliere di sorpresa e cogliere l’opportunità di poter esprimere un proprio parere, per questo ritengo necessario che ci sia una partecipazione democratica con un diritto di voto sia sulle piattaforme che sugli accordi, che sino ad ora per quanto riguarda questa piattaforma è mancata.

Alesci Emanuele

venerdì 23 maggio 2008




Questo nuovo spazio di discussione e di espressione, nasce dalla necessità per la RSU di poter comunicare con i lavoratori, dando la possibilità di un ritorno immediato e completamente libero. Le forme di comunicazione classiche, comunicati ed assemblee, hanno secondo noi dei limiti oggettivi; i comunicati con la loro necessaria stringatezza e a volte freddezza, consentono solo una comunicazione veloce ed essenziale senza poter approfondire gli argomenti trattati e senza un feedback con i lavoratori. Le assemblee, daltro canto, danno la possibilità di una più ampia esposizione e di un immediato ritorno, che purtroppo è sempre difficile in quanto non sempre si ha la forza per superare l'imbarazzo di parlare in pubblico, o più banalmente non ci si vuole esporre.Con l'apertura di questo blog la RSU fà una doppia operazione:
crea uno spazio attraverso il quale portare a conoscenza di tutti accordi, comunicati e lanciare stimoli per aprire discussioni con i lavoratori
si apre ad una concezione nuova di comunicazione interattiva, aperta a tutti coloro che hanno qualcosa da esprimere, che possono trovare in questo blog il loro spazio.
partiamo quindi con questa nuova avventura.
La RSU Orèal Saipo ind.

domenica 11 maggio 2008



Il Gorilla
Il nuovo Parlamento, uscito dalle urne delle recenti elezioni politiche, per la prima volta nella storia del nostro Paese, non vedrà la presenza di una rappresentanza politica del mondo del lavoro dipendente; questo nuovo assetto dell’emiciclo parlamentare cercherà ugualmente di interpretare i bisogni e le necessità della classe proletaria, ma con un taglio analitico di tipo liberista calato su un mondo del lavoro completamente stravolto dagli effetti della competizione globale
Il lavoro ha ormai perso la sua centralità sociale, consegnatagli dal testo Costituzionale nell’immediato dopo guerra il primato di centralità, nell’era dell’Italia moderna, spetta al profitto e non al lavoro, quindi per coerenza bisognerebbe cambiare il testo della Costituzione Italiana e scrivere: l’Italia è una repubblica fondata sul profitto.
Sono sempre più rari i grossi insediamenti produttivi, mentre si moltiplicano le piccole o piccolissime aziende, alla produzione di un bene concorrono dipendenti di aziende diverse, di media e piccola dimensione, ( vedi FIAT con il suo indotto auto) , ai lavoratori di queste aziende vengono applicati Contratti Nazionali diversi secondo una logica di convenienza economica .
Il tessuto industriale di oggi si presenta come una costellazione di piccole o piccolissime aziende, dove il sindacato non c’è o stenta ad affermarsi, il rapporto tra azienda e lavoratori è di tipo paternalistico, l’aziendalismo tra i lavoratori è un fenomeno molto diffuso, accettano in silenzio regole vessatorie non scritte, ma ugualmente esigibili anche se esulano dagli articolati del Contratto nazionale di riferimento.
L’ ampio utilizzo di lavoratori precari, nei cicli produttivi, non genera quasi mai una stabilizzazione occupazionale, nonostante si consolidano i volumi produttivi che hanno giustificato la loro assunzione, questa tipologia di lavoratori vive il mondo del lavoro in estrema solitudine, sanno di non poter contare sulla solidarietà dei propri colleghi di lavoro, e sanno che l’azienda a loro chiederà di più che agli altri, anche il sindacato non è un punto di riferimento per loro; entrano ed escono dalle aziende senza lasciare traccia del loro passaggio, sono invisibili quando lavorano allo stesso modo in cui lo sono quando non trovano un impiego, precari nel lavoro nei rapporti umani negli affetti ; in poche parole "MODERNI".
In alcuni casi lo sfruttamento si spinge oltre i limiti di decenza e di legge, il lavoro in nero diventa il perno di una strategia industriale, su cui l’azienda fa leva per competere sul mercato; vero e proprio sfruttamento fuori dal controllo delle autorità competenti, che raramente accertano tale irregolarità .
Il lavoro è diventato una merce, un bene da comprare dal miglior offerente, sui lavoratori si scarica il costo della competizione dei mercati globali, l’insieme di regole e tutele, conquistate dai lavoratori nel secolo scorso, sono considerate uno ostacolo da abbattere, a questo proposito il Contratto nazionale rappresenta un simbolo di unione e di forza dei lavoratori da cancellare , ridistribuisce ricchezza e diritti anche nelle aziende dove non c’è il sindacato, uno strumento di tutela collettiva insopportabile nell’era "MODERNA."
Il sistema contrattuale nel nostro Paese ha sicuramente bisogno di una revisione, la situazione drammatica in cui versano salari e pensioni è la conseguenza di un meccanismo di moderazione salariale introdotta nell’ormai lontano luglio del 1993, quando per salvare l’Italia da una sempre più crescente crisi e svalutazione della moneta nazionale, si decise di scaricare costi e sacrifici , come sempre, alla classe sociale più debole, da quella data in avanti, in maniera esponenziale, le dinamiche di crescita di salari e pensioni si sono sganciate dal reale costo della vita, mentre i profitti delle aziende e le rendite finanziarie sono cresciuti a dismisura.
Il livello di ingiustizia sociale oggi ha delle dimensioni talmente evidenti che anche i poteri forti, del nostro sistema economica e politico, fanno fatica a nascondere, una sperequazione sociale diventata imbarazzante, secondo loro, la causa va ricercata nell’eccessivo prelievo fiscale, in poche parole la colpa è dello Stato, a cui si pagano troppe tasse, omettendo di dire che con le tasse si pagano i servizi essenziali ai cittadini, servizi dei quali loro possono permettersi di fare a meno; se venissero tagliati, per mancanza di fondi, genererebbero a loro volta povertà; mentre l’evasine del fisco rimane lo sport preferito dagli italiani che contano, occultano redditi e guadagni è si accaparrano ricchezze illecite che trasferiscono nei paradisi fiscali.
Insomma, e vero che non si arriva più alla fine del mese, ma i soldi per poter vivere del proprio salario in modo dignitoso, "NON SI PENSI" di chiederli al mondo delle imprese o delle finanze; non hanno nessuna intenzione di ridistribuire ricchezza, e se proprio devono, allora devono guadagnarci il doppio di quanto ti anno dato, "Per aumentare i salari è necessario un incremento di produttività la dove si crea ricchezza, cioè in azienda" tradotto significa: vieni a chiedermi i soldi dove sei solo e meno tutelato ed io mi porto a casa maggiori profitti dal tuo lavoro.
Occorre mantenere in vita il Contratto Nazionale, rinnovarli nei tempi giusti , ridargli vigore e autorità contrattuale, per adeguare i salari al reale costo della vita, per ridistribuire la ricchezza accumulata in questi anni nelle tasche delle imprese, per sancire diritti e restituire dignità a chi lavora; tutto questo deve essere fatto a livello nazionale perché e li che oggi si deposita la maggiore garanzia per i lavoratori .
Si deve lavorare per unire ciò che la globalizzazione economica ha diviso, ricostruire le filiere produttive e raggrupparle coerentemente sotto lo stesso Contratto, fare contrattazione di secondo livello in tutte le aziende, dove non c’è il sindacato instaurare un livello di contrattazione di sito o territoriale in modo da ricucire il tessuto contrattuale con le piccole aziende che si sottraggono alla contrattazione collettiva.
Temo invece che le ricette che usciranno dal Parlamento per una società moderna, avranno ben altre intenzioni, faccio alcuni esempi:
Mercato del lavoro libero da vincoli di garanzia per i lavoratori quindi: tutti licenziabili senza giusta causa, non sarà più necessario stipulare contratti a tempo determinato, in questo caso si potrà assumere con contratti a tempo indeterminato.
Detassazione degli straordinari, moderna formula di incremento salariale, devi affrontare il rincaro dei prezzi? Basta lavorare 12 ore al giorno e risolvi il problema dell’aumento dei prezzi.
Meritocrazia come elemento aggiuntivo della tua busta paga, se sei meritevole quindi : fai gli straordinari, non ti ammali, non pretendi troppa attenzione, lavori per due e giuri fedeltà assoluta alla tua azienda potrai sperare in un aumento al merito .
Dimenticavo: cerca di renderti simpatico con chi deve giudicare i tuoi meriti .
Revisione del sistema contrattuale in chiave moderna, Contratto Nazionale depotenziato, con il solo compito di adeguare il salario all’inflazione programmata dal Governo, nessuna redistribuzione di ricchezza a livello Nazionale, questa è delegata a livello aziendale dove si produce ricchezza detassata, se poi il rapporto di forza è tutto sbilanciato nelle mani dell’azienda porti a casa le briciole, se invece non esiste il sindacato e non hai forza contrattuale, ti resta lo straordinario e il merito come unico strumento per resistere al caro vita.
Pensioni e sanità sempre più private, l’ausilio delle finanze pubbliche ridotte al lumicino, per effetto della riduzione delle aliquote fiscali e dell’evasione fiscale perseguita solo a parole.
Revisione del testo unico sulla sicurezza dei posti di lavoro, meno vincoli e sanzioni, meno partecipazione attiva degli RLS alle politiche preventive, le notizie sulle morti bianche saranno filtrate dagli organi di informazione per non creare allarmismo; il continuo ricorso allo straordinario aumenta l’incidenza del rischio,i tempi di lavoro intensificati dal crescente incremento di produttività aumenta l’incidenza del rischio, la precarietà aumenta l’incidenza del rischio, la mancanza di formazione e informazione aumenta l’incidenza del rischio; queste argomentazioni saranno bandite dai ragionamenti sulla sicurezza, bollandole come vecchi ritornelli ideologici comunisti.
Il lavoro moderno ha bisogno di gorilla ammaestrati che svolgono il lavoro punto e basta, obbedienti ed instancabili, non serve pensare, ragionare, partecipare, il tempo libero serve solo per recuperare la stanchezza e inutile sognare un futuro migliore a questo provvedono loro, al gorilla basta soddisfare solo il suo istinto di sopravvivenza giorno per giorno, alle persone questo ovviamente non basta e questo è un limite alla MODERNITA’.