venerdì 30 maggio 2008

NUOVI ASSETTI CONTRATTUALI

In queste settimane, per la verità un po’ in sordina, si sta’ preparando una riforma degli assetti contrattuali. Le tre segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL, hanno preparato una piattaforma unitaria, che non è stata discussa con i lavoratori, che propone una modifica della struttura contrattuale per i prossimi anni così come richiesto dal governo, ma non solo, e dalla CONFINDUSTRIA.
La piattaforma tra le altre cose prevede che la durata dei contratti nazionali sia triennale (attualmente è quadriennale con scadenze intermedie biennali) e che, per la parte salariale, recuperi l’INFLAZIONE REALISTICAMENTE PREVEDIBILE e preveda una valorizzazione del potere di acquisto dei salari; si dice che bisogna rivedere gli attuali indicatori di inflazione adeguandoli al contesto attuale, e vanno definiti meccanismi di recupero per eventuali differenziali inflazionistici.
Per la contrattazione di secondo livello la piattaforma prevede innanzitutto che sia complementare al contratto nazionale, e che dovrà prevedere, per avere piena agibilità ed effettività, modalità aziendale o territoriale (regionale, provinciale, settoriale, di filiera ecc..).
La contrattazione salariale di secondo livello dovrà incentrarsi sul raggiungimento di obiettivi con parametri di produttività, qualità, redditività, efficienza ed efficacia.
Si ribadisce poi che tali incrementi salariali continuino ad essere decontribuiti e si aggiunge la richiesta di misure di detassazione degli stessi.

Queste sono alcune delle novità che prevede la piattaforma che ora andrà discussa con le controparti ed il governo, e che i lavoratori saranno chiamati in seguito a valutare.
Ma per poter meglio valutare i cambiamenti e forse il caso di alcune precisazioni e chiarimenti:

- Ciò che è previsto per il contratto nazionale è quanto meno poco chiaro, cosa si deve intendere per INFLAZIONE REALISTICAMENTE PREVEDIBILE, chi può veramente pensare di poter prevedere l’andamento dell’inflazione nel corso di 3 anni.

- Senza poter mettere in campo degli automatismi certi, che ti permettano annualmente un recupero dell’eventuale differenza reale sulla variazione dell’inflazione, si rischia di vedere eroso il potere di acquisto dei salari in maniera maggiore di quanto non sia avvenuto in questi anni.

- La complementarità dei due livelli contrattuali fa’ venire meno il concetto di gerarchia contrattuale (prima il ccnl non poteva essere derogato dal II° livello di contrattazione, ora mettendoli sullo stesso piano non è più così). Quando si afferma che il salario erogato a livello territoriale ed aziendale va detassato si evidenzia già quale sarà la contrattazione che maggiormente si vuole incentivare e cioè quella aziendale, perché è evidente che le aziende se devono erogare danaro decideranno di erogarlo dove gli conviene di più e dove hanno maggiori sgravi. In questo modo si rischia di svuotare il CCNL perdendo la concezione solidaristica della contrattazione, e affermando di fatto che dove si ha la forza e la legittimità per poter fare una contrattazione di 2° livello forse si riuscirà ad ottenere dei miglioramenti economici, dove invece non si ha rappresentanza sarà tutto più difficile.

- La detassazione degli straordinari e degli aumenti ad - personam, come proposto dal nuovo governo, infine, rendono il quadro ancora più fosco. Sia gli straordinari che gli aumenti personalizzati sono gestiti unilateralmente dai datori di lavoro; loro decidono chi e quando potrà fare straordinario e loro decidono quando premiarti con l’aumento. Sono quindi mezzi ulteriore per richiedere sempre più fedeltà all’azienda con la carota di un maggior guadagno; il meccanismo è semplice se vuoi guadagnare di più devi lavorare di più.

- Il ruolo delle rappresentanze sindacali viene messo in discussione da norme che spostano sempre più verso una contrattazione individuale, di fronte alle quali sarà sempre più difficile poter contrattare condizioni migliori e generalizzate per tutti i lavoratori.

Queste considerazioni credo possano servire per poter riflettere su un tema che è importantissimo, la nuova struttura della contrattazione sarà, come lo fu l’accordo del 23 luglio del 1993, decisiva per i prossimi anni ed è necessario non farsi cogliere di sorpresa e cogliere l’opportunità di poter esprimere un proprio parere, per questo ritengo necessario che ci sia una partecipazione democratica con un diritto di voto sia sulle piattaforme che sugli accordi, che sino ad ora per quanto riguarda questa piattaforma è mancata.

Alesci Emanuele

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